Elisa Pomarelli: le lesbiche prendono parola

Il 25 agosto 2019 Elisa Pomarelli è stata uccisa da Massimo Sebastiani, perché era lesbica e ha osato rifiutare le avances di un uomo che credeva suo amico. È stata punita perché rivendicava il suo diritto ad autodeterminarsi, a esprimere la propria identità e a scegliere liberamente le sue relazioni. Quello di Elisa è un femminicidio e un lesbicidio.

Ora, a un anno dalla sua morte, comincia un processo in cui, nel migliore dei casi, si rischia venga fatta giustizia a metà. L’assassino ha infatti potuto chiedere ed ottenere l’ammissione al rito abbreviato con la riduzione di pena correlativa. Una opzione che, nei casi di omicidio aggravato tutelati dal “codice rosso” (c.d. femminicidi), gli sarebbe stata negata. Ciò anche perché l’aggravante di lesbofobia non gli è stata contestata in mancanza, ad oggi, di una legge specifica. L’assassinio di Elisa non puó dunque essere riconosciuto né come femminicidio, né come lesbicidio, crimine d’odio di matrice lesbofobica, quando è entrambe le cose.

Elisa non è stata uccisa solo in un modo. Nei giorni successivi al suo femminicidio, i media italiani avevano fatto ipotesi su una possibile relazione tra lei e il suo assassino, parlando di «gigante buono», «gioco pericoloso», «amore non corrisposto». Poi, quando il suo orientamento sessuale è stato reso pubblico, improvvisamente si è detto che la vita personale della vittima doveva essere protetta, che non bisognava supporre, né etichettare Elisa che aveva solo 28 anni e forse avrebbe anche potuto cambiare  idea. La deontologia giornalistica prevede di non rivelare dati sensibili, tra cui l’orientamento sessuale, a meno che non siano di  fondamentale importanza per poter offrire al pubblico un’informazione.

Queste regole non vengono rispettate quasi mai, basti pensare a titoli come «Delitto gay» o ai continui riferimenti al sesso assegnato alla nascita delle persone trans nelle notizie in cui non c’entra alcunché, ma  vi si fa appello solo se a dover essere nominato è il lesbismo. Molte testate hanno scelto di cancellare l’identità, la storia e le scelte di Elisa, invisibilizzandola in quanto lesbica, e con lei, noi tutte.

Come tutte le soggettività che sovvertono l’ordine patriarcale con la loro stessa esistenza, anche noi lesbiche non dobbiamo essere nominate, oppure si cerca di impossessarsi delle nostre storie, travisandole così che la nostra identità risulta un dettaglio irrilevante e la parola lesbica è utilizzata solo come insulto.

Di fronte a questa tragedia è importante domandarsi come sia potuto accadere.

Il lesbicidio di Elisa Pomarelli è anche il risultato della lesbofobia strutturale che permea l’intera società.

Ogni giorno sentiamo storie di ragazze e donne aggredite per le strade perché si scambiano un bacio. Sentiamo parlare di ragazze, anche giovanissime, che vengono allontanate dalle loro famiglie o costrette a sottoporsi a terapie riparative perché considerate malate. Leggiamo di stupri correttivi, inflitti da padri e parenti, alle lesbiche. Sappiamo che alle lesbiche migranti viene chiesto di dar prova del loro orientamento quando fanno richiesta di asilo. Sappiamo delle violenze subite dalle lesbiche con disabilità, le cui esistenze vengono sistematicamente negate. Non contiamo più gli episodi di bullismo nelle scuole, i licenziamenti, il mobbing e le molestie sessuali nei contesti professionali.

La violenza lesbofobica affligge quotidianamente le lesbiche in tutti gli ambiti della vita e può sfociare, come nel caso di Elisa Pomarelli, nella tragedia peggiore, l’assassinio.

Questa violenza non è più tollerabile e la denunciamo con forza, perché il silenzio e l’invisibilità non proteggono noi, ma i nostri oppressori.

Noi lesbiche ci sentiamo tutte coinvolte in questa vicenda dolorosa e ne riconosciamo la matrice sessista e lesbofobica. Siamo consapevoli che delitti come questo sono l’espressione più efferata di una violenza sistemica, che colpisce ogni giorno le donne e le lesbiche, alle quali non è garantita un’adeguata tutela.

In questo contesto è più che mai urgente approvare una legge che riconosca un’aggravante per i casi di violenza contro le lesbiche e le donne, come quella che si sta discutendo in questi mesi in Parlamento.

Pensiamo che questa legge, se approvata nella sua forma integrale, rappresenti un significativo passo in avanti, pur restando consapevoli che l’azione legislativa, da sola, non sia affatto sufficiente per contrastare i crimini d’odio di stampo omolesbobitransfobico, che vanno combattuti compiendo un radicale mutamento nella cultura e nella società. 

Ognuna di noi avrebbe potuto essere Elisa. Per questo noi lesbiche ci rivediamo tutte nella sua storia: riconosciamo la misoginia e la lesbofobia che hanno mosso la mano dell’assassino e che viviamo sulla nostra pelle tutti i giorni.

La storia di Elisa avrebbe potuto essere quella di ognuna di noi.

Perché  non si ripeta mai più, esigiamo di vivere in un paese dove sia possibile per le lesbiche e le donne restare libere di decidere delle proprie vite, rifiutare relazioni indesiderate, muoversi oltre le barriere geografiche, architettoniche e culturali senza correre il rischio di essere aggredite o uccise per questo.

ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana
EL*C – Eurocentralasian Lesbian* Community
Lesbiche Bologna
Lesbicx
Rete Donne Transfemminista di Arcigay
Alfi Le Maree Napoli
Alfi LesbicheXXBergamo
Alfi Lune – Lesbiche del nord est
Associazione Luki Massa
Campo lesbico di Agape
Collettiva Lesbica Occhipazzi Firenze
Gruppo donne “Marielle Franco” –  Arcigay Catania
LesboEventi Genova

Albalisa Sampieri
Alberta Raccis
Adele Medaglia
Alice Chiaruttini
Alice Coffin
Alice Redaelli
Alida Fassiola
Andrea Ayala
Angela Bindi 
Angela Cardeti
Angela Gerardi
Angelica Polmonari
Anita Lombardi
Anita Sterna
Anna Cerea
Anna Maria Alberini
Anna Salvemini
Anna  Agnelli
Anna Crugnola
Annalisa Messina
Annalisa Telegrafini
Antonella De Luce
Antonella Parrocchetti
Antonia Caruso
Arianna L’avanti
Athena
Camilla Calzone
Camilla De Concini
Carola Bazzano
Charlie Baldon
Chiara Buono
Chiara Neviani
Chiara Sfregola
Chiara Zanini
Cinzia Cannavale
Corine Giangregorio
Cristina Anghinetti 
Cristina Betti
Cristina Rubegni
Cristina Sereno
Cristina Urgnani
Cristina Sereno
Daniela Malagoli
Daniela Starà
Daniela Tomasino
Dora Colombo
Eleonora Bocchi
Eliana Como
Elisa Coco
Elisa Fraulini
Elisa Manici
Elisa Restivo
Elisa Santarelli
Elisabetta Sollazzi
Emanuela Perini
Emanuela  Bogatai
Enrica Biselli
Erica  Sereno
Eris Ferrari
Eva Croce
Evien Tjabbes
Fabiana Di Mattia
Fatime Bajraktari
Federica Meloni
Fiamma Becchi
Fiorenza  Rasotto
Flavia Ghiberti
Franca Morelli
Francesca Lazzaretti
Gaia Ciccarelli
Gaia Di Salvo
Gaia Ronzoni
Giada Bonu
Giada Coccia
Gina Verna 
Giorgia Patrizio
Giovanna Bianchi
Giovanna Teresa Lanzilotta Giovanna Vingelli
Giulia Balzano
Giulia Nason
Giulia Mori
Giuliana De Angelis 
Giusy Vanetti
Greta Sartarelli
Gulzada Serzhan
Helena Vukovic
Ilaria Todde
Ilaria Ulgharaita 
Ilenia Pennini
Irene Boschetti
Iucideddu
Joelle Sambi Nzeba
Lara Elia
Lara Vodani
Laura Bortolotti
Laura Guidetti
Laura Pesce
Laura Polloni
Laura Cepozio
Laura Galasso
Laura  Magni
Laura Spaggiari
Lavinia Durantini
Leila Lohman
Lia D’Urso
Lilia Giugni
Lorenza Tizzi
Lucia Leonardi
Lucia Zanella
Lucia Zisa
Luisa Rizzitelli
Luisa Troncia
Marame Kane
Maria Albanese
Maria Castronovo 
Maria Cristina Mochi
Maria Laricchia
Maria Sozzi
Mariadele Santarone
Marialuisa Favitta
Marilena Grassadonia
Marta Panighel
Martina Cappai
Martina Loatelli
Martina Tescari
Maruscka Faralli
Matilde Anghinetti
Mattea Messere
Michela Calabrò
Michela Pascali
Michela Poser
Moju Manuli
Monia D’Addio
Monica  Bossi
Morena Giovanardi
Natascia Maesi 
Natia Gvianishvili
Piera Forlenza
Rachele Borghi
Rita La Guardia
Roberta Barbagli
Roberta Grella
Roberta Malvermi
Roberta Milano 
Rosa Perrucci
Rossella Pironio
Sabrina Russo
Sabrina Tripodi
Samantha Tufariello
Sara Bertolino
Sara Pasquino
Sara Romano
Sara Vanni
Serena Graneri
Silvana Magni
Silvanna Agnelli
Silvia Casalino
Silvia D’ambrosio
Silvia Folchi
Silvia Pastore
Silvia Sottili
Simona Salis
Sofia Logli 
Silvia Spina
Stefania Bufalini
Stefania Tesi
Susanna Vanoni
Sylvia Sestini
Tania Guiducci
Tiffany Andreutti
Tiziana Gatto
Tosca Cellini
Valentina Bianchini 
Valentina Camporeale 
Valentina Coletta
Valentina Corti
Valentina Darpetti
Valentina Delfino
Valentina Gaggi
Valentina Quattrocchi 
Valentina Tripepi Margiotta 
Valeria Nicoli
Valentina Coletta
Vanda  Visconti
Vera Navarria
Veronica Vasarri
Veronica Vernettilli
Vittoria Nicoli
Vlada Thor
Zhanar Sekerbayeva

Atelier Vantaggio Donna
Casa delle donne per non subire violenza – Bologna
GenPol – Gender & Policy Insights
Libera…mente donna ets
Non una di meno – Piacenza
Rebel Network 
Voci Di Donne Biella
A Voce Alta Salerno
Agedo Nazionale
Apple Pie: l’amore merita LGBT+
Arc Cagliari
ARCI nazionale
Arcigay Nazionale 
Arcigay Agorà Pesaro e Urbino
Arcigay Arezzo Chimera Arcobaleno 
Arcigay Catania 
Arcigay Chieti-Sylvia Rivera
Arcigay CIG Milano
Arcigay Cremona
Arcigay Cuneo GrandaQueer
Arcigay del Trentino
Arcigay EOS Cosenza
Arcigay Ferrara
Arcigay Friuli
Arcigay Genova
Arcigay Gioconda Reggio Emilia
Arcigay Giovani
Arcigay I Due Mari Reggio Calabria 
Arcigay Il Cassero Bologna
Arccigay Mantova La Salamandra 
Arcigay “Massimo Consoli” L’Aquila
Arcigay Modena Matthew Shepard
Arcigay Palermo
Arcigay Pianeta Milk Verona 
Arcigay Ravenna
Arcigay Roma
Arcigay Salento
Arcigay Siena
Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto 
Arcigay Torino “Ottavio Mai”
Arcigay Varese
Associazione Ipazia – Catania
Associazione Lgbt+ IL GROVIGLIO Biella

Associazione LogoSiena
Associazione Studentesca Universitaria Iris
Associazione Quore
Azione Gay e Lesbica Firenze 
B-side pride
Bergamo pride
Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol
Centro Women’s Studies 
Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Cof
Collettivo Queer Riot
Collettivo Stonewall LGBTQIA+ Venezia
Collettivo Ugualmente
Coming-Aut LGBTI+ Community Center – Arcigay Pavia
Cooperativa sociale Hara
Coordinamento Liguria Rainbow
Coordinamento Taranto Pride 2020 
Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna
Famiglie Arcobaleno
Gay Center
Hermes Academy
IREOS comunità queer autogestita Firenze 
Laboratorio Smaschieramenti
Mala Educaciòn
MIT – Movimento Identità Trans
Mixed Lgbti  –  Bari
Movimento Pansessuale
LeTali
Nate a Sud
NON UNA DI MENO
Non Una Di Meno Bergamo
Non Una Di Meno Catania
Non Una Di Meno Modena

Non Una Di Meno Piacenza
Non Una Di Meno Roma
Non Una Di Meno Siena 
Non Una Di Meno Transterritoriale Marche
NovarArcobaleno
Officineperegrine Teatro
Omphalos Lgbti
Polis Aperta
Rete Genitori Rainbow
Rete Trans* Nazionale di Arcigay
Sono l’unica mia. (SLUM)
Stonewall Frosinone – Associazione Arcigay

Alessandro Camposano
Alessandro Rizzi
Claudio Tosi
Dario Castellani
Dario Pavia
Federico Marcolini
Federico Pontillo
Francesco Donini
Francesco Mauro
Francesco Musillo
Francesco Tinivella
Gianmarco Caniglia 
Giuseppe Antonioli
Lorenzo De Preto
Luca Vida
Luigi Pignatelli
Marco Fiorello
Marco Frigerio
Pippi Todisco
Silvio Cilento
Tommaso Simaz
Yuuki Gaudiuso


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3 comments

  1. Enrico Simoniello

    “un radicale mutamento della cultura e della società” eh sì, le leggi non bastano mai da sole! ma sarebbe già un passo in avanti; mi rivolto quando si minimizza la componente violenta e aggressiva dell’assassino/stupratore e magari dell’humus culturale in cui è cresciuto!

  2. luciana brunod

    Sottoscrivo la lettera di Elisa Pomarelli condividendone come femminista impegnata anche nel Coordinamento Liguria Rambow . Saluti Luciana Brunod

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